5. Recensione del film ''Chéri''
{extravote 1}L'amore ai tempi della Bella Epoque (inizi '900) viene qui descritto in bilico fra l'antico e il moderno, ed è proprio questa la caratteristica principale del film: due epoche e due età diverse messe a confronto. Possono combaciare o no?
Léa de Lonval è un ex cortigiana, da sempre abituata al lusso, alla lussuria e alla vita mondana. Intrattenendo numerosi uomini è riuscita a costruirsi una vita bellissima e agiata, contribuendo al mantenimento di artisti e promuovendo l'arte. Nulla quindi di cui vergognarsi, una professione che, come per altre sue colleghe risulta essere motivo di orgoglio per aver trascorso mesi ed anni accanto a uomini potenti e soprattutto ricchi.
Ora, nonostante l'età (circa una cinquatina d'anni), la bellissima Léa può ancora godersi il privilegio di trascorrere il suo tempo dedicandosi ai piaceri della carne e il suo nuovo "passatempo" lo troverà nel giovane Fred Peloux, il figlio nemmeno ventenne, della collega Charlotte. Léa conosce Fred fin da quand'era piccolo ed è proprio all'età di sei anni che la donna decide di chiamarlo Chéri, che in francese significa carino. Man mano che Chéri cresce, fra i due il rapporto pian piano si modifica e ben presto, da madrina, Léa diventa suo mentore, mecenate ed amante.
Dal canto suo Fred è un ragazzo eternamente nulla facente, abituato a sprecare la propria vita partecipando a feste, fra donne, alcol e droga. Solamente il sostegno e l'amore di Léa lo distrarranno da tutto ciò e dopo sei anni di relazione, con lei si renderà conto dell'importanza che ha avuto ed ha, nella sua vita.
Fra i due scoppierà fin da subito la passione ed essa pian piano e silenziosamente, si trasformerà in amore. Entrambi abituati a vivere una vita senza dei veri e propri legami, affronteranno altrettanto in sordina ciò che gli sta accadendo. Si renderanno conto di tutto ciò, solamente quando arriverà per loro il momento di dividersi: Fred sarà costretto a sposare la giovane Edmée, figlia di un'altra ricca cortigiana e Léa rimarrà sola nella sua opulenta casa.
La seconda parte del film, segnata proprio da questa separazione, è l'emblema stesso dell'infelicità, manifestata dal pianto straziante di Léa e dalla rabbia e disapprovazione di Chéri verso la neosposa. I due ex amanti cercano di risollevarsi da questo stato di catatonica solitudine, ma non riescono, fisicamente e moralmente, a star lontani l'uno dall'altro; saputo l'arrivo in città di entrambi, il loro umore improvvisamente si innalzerà finché i due non si rincontreranno.
Dopo essersi ricongiunti con un rapporto amoroso, la realtà li travolgerà: vedendosi all'esterno, Chéri capirà che Léa non è poi così diversa da sua madre, la ama perché riesce sempre a tenergli testa, ma allo stesso tempo si rende conto che lei non potrà mai rappresentare per lui il futuro.
E' invece Edmée la donna che potrà renderlo padre e soprattutto rappresenta la giovinezza ed è il simbolo di una nuova vita da iniziare insieme.
Quell'ultimo incontro aprirà gli occhi a Chéri e sarà per lui motivo di riflessione e appiglio per poter dire "Avanti!" e mettersi alle spalle quell'amore così vero e soprattutto il primo, ma impossibile da poter vivere appieno proprio per la differenza d'età fra i due.
Una pellicola sull'amore impossibile, ma soprattutto sulla solitudine, che attanaglia ogni personaggio: Chéri, che non ha mai trascorso molto tempo con la madre, Charlotte, cortigiana e sola, così come Léa, ed infine Edmée che come Chéri non ha mai goduto dell'affettto della madre.
Una pellicola moderna, così come l'epoca in cui è stata ambientata, dove il toyboy non era considerato scalpore, con una Michelle Pfeiffer ancora bellissima e bravissima, bravi anche Rupert Friend e Kathy Bates, quella che forse meno convince è Felicity Jones, troppo acerba nella sua interpretazione.
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