9. Dicono del Film ''Cloud Atlas - Tutto è connesso''
Critica Italiana: [1]
- Fabio Ferzetti da Il Messaggero del 10 Gennaio 2013: «Tre registi per sei epoche e altrettante locations. Una dozzina di attori, spesso vere star, impegnati ognuno in una mezza dozzina di ruoli. Un frullato di generi, specie di quelli d'azione, che riesce a non sorprendere quasi mai a forza di usare le inquadrature più prevedibili, le situazioni più collaudate, gli effetti più pavloviani. E un 'messaggio' che invece di prendere ampiezza, rimbalzando nello spazio e nel tempo, diventa monotono e ripetitivo come un messale New Age. Un "mash up" formato Kolossal insomma. Che finge di esaltare la fantasia e intanto azzera, pericolosamente, ogni memoria storica.»
- Maurizio Porro da Corriere della Sera del 10 Gennaio 2013: «Il Kolossal troppo virtuosistico ha momenti di felicità espressiva anche se rischia di farci rimanere con la voglia in alcune storie (il musicista e il suo pupillo, l'editore segregato) e invece sazi di altre, soprattutto quando gli autori scelgono la linea fantasy e crudele, visionaria.»
- Alberto Crespi da L'Unità del 10 Gennaio 2013: «Come in Matrix, tutti siamo connessi e controllati. C'è quindi un "messaggio" libertario, spedito al pubblico con una messinscena bizzarra e surreale, che a tratti sembra volutamente Kitsch e in altri momenti appare di sorprendente bruttezza visiva.(..) Cloud Atlas sembra un remake a distanza di un secolo di Intolerance, ma i registi, pur mettendosi in tre, non hanno nemmeno un centesimo della potenza e della visionarietà di David Griffith.»
Critica Estera: [2]
- James Berardinelli da ReelViews del 28 Ottobre 2012: «They key to successfully absorbing the movie may be in not trying to overthink what's on screen.»
- Peter Rainer dal Christian Science Monitor del 26 Ottobre 2012: «The result is maddening, exasperating, occasionally exhilarating -- and mostly boring.»
- Liam Lacey da Globe and Mail del 26 Ottobre 2012: «dark nebula of self-importance around Cloud Atlas.»
- Christopher Orr dal The Atlantic del 26 Ottobre 2012: «An eminently peculiar mismatch of substance and form, like a Hallmark card written by David Foster Wallace.»
- Peter Travers dal Rolling Stone del 26 Ottobre 2012: «For all the spectacular settings and visionary designs, Cloud Atlas left me feeling disconnected.»
- Rafer Guzman dal Newsday del 26 Ottobre 2012: «Sumptuous visuals and audacious acting, but the quasi-profound message of cosmic connectedness isn't worth all the trouble.»
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