9. Dicono del Film ''Ubriaco d'amore''
Critica Italiana: [1]
- Roberto Nepoti da Repubblica del 20 Maggio 2002: «partire dallo stile cromatico, che rifà il glorioso Technicolor, Anderson rende vistosamente omaggio al cinema americano anni '40. Però va ben oltre il tributo nostalgico: in quell'atmosfera metafisica che è il marchio di fabbrica del regista di 'Magnolia' alterna iperrealismo e surrealismo, coniuga genialmente il ritmo del montaggio con quello di una partitura musicale - in prevalenza percussioni. Un film dannatamente pieno di stile, insomma: e insieme divertente, il che non guasta mai.»
- Bruno Fornara da Film Tv del 25 Marzo 2003: «Una commedia sconcertante e postmoderna, jazzistica e pop, sincopata e multicolore, cinetica e astratta, segnata da un virtuosismo collerico: insoddisfatta, tale e quale a Barry.»
- Lietta Tornabuoni da La Stampa del 21 Marzo 2003: «La tragicommedia è leggera, a lieto fine romantico, stilizzata alla maniera dei Technicolor d'un tempo. I paesaggi urbani vasti, polverosi e brutti acquistano una sorta di mistero surreale nella fotografia di Robert Elswit, e insieme con la musica perfetta di Jon Brion dà ancora più forza all'immagine della nostra normalità da pazzi.»
- Silvio Danese da Il Giorno del 22 Marzo 2003: «Dopo 100 anni di cinema è ancora possibile una storia d'amore? Questa è originale, poggiata sugli spigoli dell'insofferenza invece che sulle passeggiate a Manhattan, accompagnata da tamburi, viti e congas invece che da violini e clarinetti (colonna tumultuosa di Jon Brion). [...] Il regista di 'Magnolia' scopre una recitazione magnetica, alta di metronomo e di attitudini ansiose. E inventa, tra case, locali e negozi cupi e impersonali, una potente escursione procellosa a Tahiti. Un Kaurismaki d'America.»
Critica Estera: [2]
- David Ansen da Newsweek del 1 Novembre 2007: «It's a romantic comedy on the verge of a nervous breakdown.»
- Robert Denerstein dal Denver Rocky Mountain News del 26 Ottobre 2002: «The journey toward redemption feels more like a cinematic experiment than a full-blown movie.»
- Joe Baltake da Sacramento Bee del 25 Ottobre 2002: «In the end, Punch-Drunk Love is one of those films that I wanted to like much more than I actually did. Sometimes, that's enough.»
- Mike Clark da USA Today del 25 Ottobre 2002: «Despite its title, Punch-Drunk Love is never heavy-handed. The jabs it employs are short, carefully placed and dead-center.»
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