5. Recensione del film ''Un giorno speciale''
{extravote 1}Il cinema italiano non è la mia passione, ma a volte commedie leggere come queste della Comencini servono e rilassano senza dover per forza pretendere troppo.
Un giorno speciale è in verità un giorno come un altro, in cui un ragazzo e una ragazza della periferia romana si incontrano e cercano in qualche modo di cambiare il loro futuro.
Gina ha diciannove anni, sogna, o meglio, è la madre a spronarla, perché realizzi un sogno che è il suo, più che quello della figlia: diventare qualcuno entrando a far parte del mondo dello spettacolo. Marco è invece al suo primo giorno di lavoro come autista, incarico che ha ottenuto grazie alle raccomandazioni del parroco, amico della madre.
Sono due ragazzi semplici, perché semplicità è proprio l'elemento che caratterizza e definisce al meglio questa pellicola, specchio di una società di giovani che cercano di scappare dal degrado e dalla quotidianità dei sobborghi, senza sapere però che non è facile emergere, spesso infatti, bisogna scendere a compressi, a volte rischiando di arrivare al limite della legalità.
I compromessi nella scala verso il successo, sembra dirci la regista, ci sono sempre e le belle ragazze (mi raccomando quelle brutte no) hanno una vita difficile perché, per fare carriera devono solamente vendere il proprio corpo al miglior offerente. Gina sa che è sbagliato, che non deve farlo, ma non si tira indietro: dona il proprio corpo per seguire quel sogno che poi non è nemmeno suo, ma della madre che la vuole vedere sotto i riflettori, che vuole che lei riesca in quello che lei stessa non è riuscita.
Anche Marco è un ragazzo che ha avuto delle raccomandazioni dal prete di famiglia affinché potesse trovare lavoro come autista.
Quello che stupisce di più del film è come esso sia costruito in un diminuendo: dall'allegria iniziale, la postitività e la spensieratezza dei due giovani, alla dura realtà, quella che cala sopra alle loro teste, come il buio che li avvolge, perché l'appuntamento di Gina con l'onorevole Balestra, avviene a tarda sera e si conclude nel peggiore dei modi, con un Marco che non fa nulla per evitarle di "vendersi" a quest'uomo e che sfoga la sua rabbia contro i colleghi dell'autorimessa.
L'unico crescendo del film è rappresentato dalla costrizione per entrambi, due ragazzi che vanno o hanno appena terminato la scuola ed entrano a far parte del mondo adulto; Gina e Marco affrontano insieme questo giorno per loro di svolta, speciale, ma si rendono conto che non affatto tutto rose e fiori.
Francesca Comencini ha realizzato una pellicola spontanea, naturale e vera, inserendo episodi successi e raccontati veramente dai due protagonisti, una Giulia Valentini alla sua prima esperienza davanti allo schermo e un Filippo Scicchitano al suo secondo ruolo al cinema dopo il successo di ''*Scialla! - Stai sereno*''.
Ottima la chimica fra i due, che nella loro freschezza riescono lo stesso a far riflettere e discutere circa la società italiana di oggi, tra scandali (noti e meno noti) e mancanza di meritocrazia. Una commedia amara, sotto certi punti di vista cinica, che però mantiene i toni leggeri che permettano anche alle nuove generazioni di avvicinarsi alla pellicola e chissà, alla fine, riflettere.
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